Tabella Assorbimento Sostanze nei Vegetali



L'Acqua Ionizzata, grazie alle sue particolari caratteristiche strutturali e funzionali con l'assorbimento delle sostanze nutritive facilita il lavoro ai vegetali, implementando la crescita e il rafforzamento del sistema immunitario delle piante. Questo è possibile anche grazia alla concentrazione di idrogeno molecolare contenuta in Acqua Ionizzata. Le possibilità inoltre di selezionare tipi diversi di pH con i dispositivi, per produrre Acqua Ionizzata, rende più comode ed estremamente efficaci le necessarie correzioni del substrato. Questi alcuni dei motivi per i quali appassionati esperti e professionisti nel mondo del verde, dalle piante carnivore ai bonsai, dall'orto alle piante ornamentali, utilizzano con grande successo questi dispositivi di ionizzazione con fantastici risultati.

Biodisponibilità e Assorbimento Nutrienti nei Vegetali

Capacità di scambio cationico del terreno

La capacità di scambio cationico (spesso abbreviata con CSC) è la quantità di cationi scambiabili, espressa in milliequivalenti per 100 grammi (meq/100g), che un materiale, detto scambiatore, dotato di proprietà di adsorbimento può trattenere per scambio ionico. Lo scambio ionico rappresenta uno dei principali meccanismi con cui il terreno trattiene e mette a disposizione delle piante e dei microrganismi elementi quali il calcio, il magnesio, il potassio, l'azoto ammoniacale, perciò la CSC è un indice della potenziale fertilità chimica del terreno.

Rapporti tra CSC e tecnica agronomica

Da quanto detto in precedenza è evidente che la capacità di scambio cationico rappresenti un importante fattore di fertilità del terreno. Il complesso di scambio si comporta come volano chimico quando il tasso di saturazione in basi non è del 100%: una concimazione avvia un equilibrio di scambio con il rilascio di ioni idrogeno nella soluzione circolante e l'adsorbimento del catione sul complesso di scambio. Lo stesso catione sarà protetto dal dilavamento e rilasciato gradualmente nella soluzione circolante mettendolo a disposizione delle piante. La tecnica agronomica deve adattarsi alle condizioni reali in modo da sfruttare le potenzialità offerta da un'elevata capacità di scambio o, viceversa, sopperire ai limiti di una bassa capacità di scambio.

Terreni con bassa CSC

I terreni con bassa CSC sono fondamentalmente poveri in elementi nutritivi. In questi terreni le piante manifestano in modo più o meno marcato la carenza di potassio, di calcio e magnesio. Per ragioni differenti ma contingenti, i terreni con bassa capacità di scambio sono in genere poveri anche in azoto e fosforo: infatti, una bassa capacità di scambio si accompagna in genere ad una modesta dotazione di sostanza organica, indispensabile per il trattenimento dell'azoto sotto forma organica[15] e del fosforo, sia sotto forma organica sia sotto forma minerale, adsorbito sui colloidi organici e sui colloidi elettropositivi.

La tecnica agronomica deve adattarsi integrando la ridotta fertilità con la concimazione. Le concimazioni abbondanti possono intensificare le perdite per dilavamento in quanto il terreno non è in grado di trattenere una quantità rilevante di elementi nutritivi. Le concimazioni devono essere pertanto moderate e frequenti qualora s'impieghino concimi minerali. Al contrario, l'apporto di rilevanti quantitativi di materiale organico, a scopo di concimazione organica (quantità moderate) o di ammendamento (quantità elevate) ha un effetto positivo di grande portata, in quanto da un lato migliora la dotazione in elementi nutritivi e da un altro, con l'umificazione aumenta il tenore in colloidi e, di conseguenza, la capacità di scambio cationico. Una buona pratica agricola nei terreni sciolti consiste pertanto nel ricorso alla letamazione o, in alternativa, all'apporto di un qualsiasi fertilizzante organico. La concimazione minerale non è di per sé sconsigliata, tuttavia si deve ricorrere a somministrazioni moderate e dilazionate nel tempo al fine di evitare perdite per dilavamento che avrebbero un impatto sia economico sia ambientale.

Terreni con alta CSC

I terreni con alta CSC sono potenzialmente ricchi in elementi nutritivi, ma la valutazione deve essere necessariamente rapportata al tasso di saturazione basica, parametro che dipende essenzialmente dal pH del terreno.

Se la reazione è acida (pH < 5-5,5), pur in presenza di una elevata CSC la dotazione di elementi nutritivi è bassa, in particolare quella in calcio. Potassio e magnesio possono essere presenti in quantità discrete, ma con reazione fortemente acida sarà carente anche la dotazione di queste basi. L'azoto è presente in discrete quantità se il terreno è ben dotato di sostanza organica, mentre il fosforo potrebbe essere carente per motivi di immobilizzazione chimica. In questi terreni la concimazione minerale apporta notevoli benefici in quanto il complesso di scambio si arricchisce in basi. L'effetto in genere non è duraturo se non si rimuovono o si limitano le cause dell'acidità nel lungo periodo. Un intervento correttivo abbinato ad una concimazione di fondo può incrementare sensibilmente la fertilità di questi terreni. In ogni modo la risposta alla concimazione è sempre positiva soprattutto ricorrendo a laute somministrazioni.

Se la reazione è neutra o moderatamente acida (pH 6-7,5) il terreno manifesta un'ottima fertilità potenziale e offre la più ampia possibilità di scelta. La concimazione di fondo può rivelarsi necessaria se si riscontra una carenza in una specifica base di scambio, mentre quella di mantenimento è raccomandata per conservare nel tempo gli alti livelli di fertilità.

Se la reazione è moderatamente alcalina (pH 7,5-8,5) il terreno avrà un tasso di saturazione basica elevato, prossimo al 100%. In queste condizioni la fertilità potenziale è elevata, ma è mascherata da fenomeni di insolubilizzazione che possono interessare in particolare il fosforo e diversi microelementi. Possono anche verificarsi carenze di potassio a causa dell'antagonismo da parte del calcio che si manifesta a livello sia di assorbimento radicale sia di adsorbimento sui colloidi. In generale questi terreni richiedono particolari accorgimenti che tendano a contenere i processi di insolubilizzazione. La concimazione deve essere oculata, specie per quanto riguarda l'apporto dei concimi fosfatici, mentre altri fenomeni di carenza possono essere affrontati con il ricorso alla concimazione fogliare o con altri accorgimenti tecnici (es. uso di portinnesti resistenti al calcare per la vite e il pero). La concimazione potassica può dare notevoli benefici, ma in generale in questi terreni è buona norma eseguire interventi moderati e frequenti, in quanto le laute concimazioni possono non dare riscontri. La correzione è sconsigliabile in quanto l'elevata CSC, l'elevato tasso di saturazione in basi e l'elevato tenore in calcare attivo esaltano al massimo il potere tampone verso l'acidificazione.

Se la reazione è fortemente alcalina (pH > 8,5) il terreno avrà un tasso di saturazione basica del 100% e soprattutto un'alta percentuale di sodio scambiabile, con gravissimi riflessi sia sulla fertilità chimica sia sulla fertilità fisica, fino a pregiudicare l'esercizio stesso dell'agricoltura. In queste condizioni l'elevata CSC rappresenta un vero e proprio difetto in quanto rende difficile se non del tutto improbabile il recupero di questi terreni.

La reazione del terreno condiziona dunque diversi aspetti della fertilità, di cui si citano, in particolare, i seguenti:
  • Pur con diverse eccezioni, gli elementi nutritivi sono direttamente assimilabili nella loro forma solubile. In altri termini, la maggior parte delle piante assorbe i nutrienti minerali disciolti nella soluzione circolante. Molti di questi elementi sono soggetti ad equilibri acido-base tra una forma solubile e una insolubile, il cui bilanciamento è subordinato al pH; ne consegue che il pH interferisce sull'assorbimento degli elementi nutritivi.
  • Il pH interferisce con la capacità di scambio cationico condizionando la proprietà del terreno di trattenere i cationi per adsorbimento: al diminuire del pH la capacità di scambio si riduce a causa della neutralizzazione delle cariche elettronegative da parte degli ioni H+. Ne consegue che a valori di pH piuttosto bassi la dotazione di elementi nutritivi si riduce sensibilmente a causa del più basso potere assorbente.
  • Il pH interferisce con il tasso di saturazione in basi e, soprattutto, con la ripartizione percentuale delle basi adsorbite dal complesso di scambio del terreno. A valori di pH molto bassi la struttura del terreno è instabile a causa dell'assenza del calcio nel complesso di scambio, mentre a pH eccessivamente alti (oltre 8,5-9) l'eccessiva presenza del sodio causa la dispersione dei colloidi e la conseguente distruzione della struttura.
  • Il pH interferisce con il potere tampone e con gli interventi di correzione: la proprietà di opporsi a brusche variazioni del pH, sia in aumento sia in diminuzione, dipende dalla capacità di scambio e dal tasso di saturazione in basi. Terreni con pH leggermente inferiore alla neutralità mostrano in genere le condizioni migliori, purché abbastanza dotati di colloidi, per opporsi sia all'acidificazione sia all'alcalinizzazione. Terreni con pH anomalo mostrano un potere tampone più alto, ma solo nella direzione che si vorrebbe seguire con la correzione: ad esempio, ad un pH basso il terreno è vulnerabile ai fattori (negativi) di acidificazione mentre si oppone efficacemente ai fattori di alcalinizzazione.
  • Il pH influenza l'attività biologica di alcuni gruppi funzionali di microrganismi che intervengono direttamente nei cicli biogeochimici di alcuni elementi (in particolare azoto e zolfo).

  • Fonte:https://it.wikipedia.org/wiki/Capacità_di_scambio_cationico
    https://it.wikipedia.org/wiki/Reazione_del_terreno